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RIEMPIMENTO

4CHIACCHIERE su un sacerdote gesuita predicatore giunto a Bettola nell'anno 1669.

A volte brevi cronache storiche o singoli episodi possono rivelare l'importanza di un luogo. Così è il caso di Bettola e della Val Nure quando, nel giugno dell’anno 1669, arrivò sul nostro territorio uno dei più famosi predicatori religiosi di quel secolo, padre Paolo Segneri. Su di lui non è concorde il parere della critica: qualcuno lo ha ritenuto il maggiore oratore italiano dopo Bernardino da Siena ed il Savonarola. Nacque a Nettuno (Roma) nel 1624 da una agiata e nobile famiglia, a soli 10 anni venne avviato alla vita religiosa che avvenne presso i Gesuiti; iniziò in giovane età la predicazione della parola del Signore, riscontrando ampio consenso sia nelle campagne che nelle città con un parlare non astratto ma molto legato alla realtà quotidiana. Segneri fu un fine studioso di teologia, partecipò alla stesura del terzo vocabolario della Crusca; uno dei suoi manoscritti più preziosi e famosi è il Quaresimale. Al suo arrivo in quello che ora è il paese di Bettola fu ospitato nel convento costruito dai Francescani sul luogo dell'apparizione della Madonna della Quercia. Le cronache raccontano che, camminando scalzo, incontrò la folla di pellegrini (si narra di migliaia di persone giunte da ogni dove) in un luogo chiamato piazza della Gera, l’odierna piazza Colombo nella borgata San Giovanni, attorno ad un altare recintato in legno (sacello); da qui si diressero in processione verso un grande campo nel luogo oggi conosciuto come Torricelle. La processione avvenne recitando devotissime lodi, a piedi scalzi con corone di spine al capo e corde e catene al collo. Giunti a destinazione diede una benedizione papale alla folla e mise in atto una sacra rappresentazione della passione di Cristo con tre giovani legati sulle croci.

Roberto Boiardi - Bettola
Bibliografia:
-LA VALNURE dalla foce alla sorgente. Pubblicato da Cassa di Risparmio di Piacenza e Vigevano, 1988. Nota storica di Ferdinando Arisi.
-Wikipedia.


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A testimonianza della qualità del comunicare di Paolo Segneri nelle prediche si riporta a lato una pagina presa da wikipedia della sua opera più importante, il Quaresimale, che raccoglie i sermoni che aveva composto a Pistoia e poi recitato tra il 1655 ed il 1665, anno in cui si diede alle missioni rurali (n.d.r. che lo portarono anche a Bettola); le prediche vennero ascoltate con entusiasmo in ogni parte d'Italia, quindi stampate a Firenze (1679), poi lo stesso anno nuovamente a Venezia e ristampate altre sei volte prima del 1694. Questa pagina è tratta da un'edizione del Quaresimale degli inizi dell'Ottocento. Per una più facile comprensione nuredron.com ha adattato il testo al parlato odierno. Nell'immagine sottostante, prodotta da Google Earth Maxar Techologies, è riportata la panoramica di Bettola con indicate le posizioni dell'antica piazza della Gera e della località Torricelle.
A seguire un link presso il quale è pubblicato il Quaresimale di Paolo Segneri
Ascoltate questo caso terribile e inorridite.
Un cavaliere di nobile famiglia ma con abitudini disgustose si innamorò di una ragazza musulmana e la tenne in casa per molti anni per suo piacere libidinoso, senza dare importanza ai rimproveri severi dei sacerdoti e piacevoli degli amici. Per allontanare tutti coloro che lo consigliavano di rinunciare alla ragazza rispondeva in modo solenne e sdegnoso: NON POSSO! Diceva queste due parole come se cercasse di convincere che la sua libidine fosse, in realtà, una necessità naturale. Non volle comunque rinunciare alla perfida compagnia; arrivò la morte a separarli: il cavaliere, nonostante fosse giovane, si ammalò e rimase a letto; essendo il male notoriamente pericoloso andò a trovarlo un sacerdote, che io conosco, per prepararlo al passaggio estremo della morte. Il sacerdote entrò in camera sua, si avvicinò, lo salutò e con modo prudente iniziò ad insinuarsi nel suo modo di pensare:
-Signore, sono convinto che voi dobbiate sperare e non temere, siete giovane, vigoroso, robusto e molta gente è guarita da una malattia simile alla vostra ma … molti però ne sono anche morti. Mi fa piacere credere che voi guarirete, ma … cosa vi costa prepararvi come se doveste affrontare la morte?
Il cavaliere ammalato chiese animosamente cosa gli convenisse fare, era pronto a farlo; disse che era consapevole della gravità della sua malattia, anche se il sacerdote non lo diceva. Disse anche che nonostante avesse vissuto una cattiva vita desiderava comunque, come chiunque altro, avere una buona morte. Il sacerdote provò grande soddisfazione nel sentire questo discorso; avrebbe voluto che il cavaliere cessasse subito la convivenza con la ragazza che vedeva nella camera del moribondo che, per un motivo o per l’altro, voleva sempre efficacemente vicina. La prudenza convinse il sacerdote ad usare un atteggiamento non troppo deciso e gli disse:
-Dato che per grazia divina vi vedo coì ben disposto a risolvere il problema vi parlerò con la sincerità dovuta sia al fatto che sono un sacerdote sia all’interesse che provo per voi. Tutti i medici vi danno prossimo alla morte quindi vi rimangono poche ore se volete risolvere i vostri problemi e redimervi.
Il cavaliere gli rispose di affrettarsi poiché lui non aveva nient’altro da fare.
(n.d.r. segue un dialogo tipo botta e risposta tra il sacerdote ed il moribondo)
-Hai un creditore al quale saldate debito? -Avevo un debito ma l’ho restituito.
-Se hai voluto male a qualcuno ti sei pentito? -Mi sono pentito.
-Perdoni chi ti ha offeso? -Perdono.
-Ti umili con chi sei stato prepotente? -Mi umilio.
Il sacerdote chiese quindi al cavaliere se avesse voluto, essendo alla fine, ricevere i sacramenti come un cristiano, per disporre di un’arma contro il nemico e contro i pericoli dell’inferno. Il cavaliere rispose che li avrebbe ricevuti molto volentieri se glieli avesse dati.
(n.d.r. segue un dialogo tipo botta e risposta tra il sacerdote ed il moribondo)
-Tu sai che questo non sarà possibile se prima non allontani da te la ragazza. -Questo non posso Padre, non posso.
- Cosa dite? Non posso? Perché non potete? Potete, e dovete, mio caro, se volete salvarvi. -Io vi dico che non posso.
- Ma non vedi che ti separerai da lei tra pochissimo tempo? Non è una gran cosa rinunciare a quella ragazza a seguito di un ragionamento se, in ogni caso, dovrai rinunciare per necessità. - Non posso, Padre, non posso.
- Come? A un Dio che è stato crocifisso per voi, non potete far questa grazia? Egli è per voi ferito, per voi sanguinoso, per voi morto, guardatelo; non ti commuove vederlo, non ti addolora? - Non posso, vi ripeto, non posso.
- Voi non avrete i sacramenti. -Non posso.
- Voi perderete il cielo. -Non posso.
- Voi precipiterete all’inferno. -Non posso.
- Non riesco a farti dire altro? Meschino! Ascoltami: non è meglio perdere solo la donna, che perdere sia la donna, la reputazione, il corpo, l'anima, la vita, l'eternità, i Santi, la Vergine, Cristo, il Paradiso, e così essere sepolto da scomunicato, come una bestia in un letamaio?
Lo sfortunato cavaliere emise un sincero sospiro e rispose che non poteva, non poteva e con l’ultima debole forza che gli rimaneva afferrò un braccio della ragazza e rosso in volto disse con una forte voce queste precise parole, non ne aggiungo e non ne tolgo altre:
- Questa è stata la mia gioia in vita; questa è la mia gioia nella morte; e questa sarà la mia gioia per tutta l'eternità.
Quindi stringendola ed abbracciandola con decisione, a causa della gravità della malattia, per lo sforzo dei movimenti, per la frenesia, morì disperato tra le sporche braccia della ragazza.
Nell'immagine sopra riportata il ritratto di Paolo Segneri.
cvnm







































































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